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Festa della comunità 2022:
"Eccoci"
LA LOCANDINA

Festa della comunità 2021:
"Eccoci"
LA LOCANDINA



Festa della comunità 2019:
"E' Festa della Comunità"
LA LOCANDINA

IL RINGRAZIAMENTO DEL PARROCO
È… Sembrava semplicemente una lettera dell’alfabeto con tanto di accento, si è invece rivelata un messaggio, un modo di dire, uno stile coniugato nei modi più svariati. Tanti si sono chiesti il senso di una festa che aveva come slogan una lettera, tutti però hanno potuto sentirsi partecipi di un richiamo, perché aggiungere qualcosa alla lettera diventa facile per tutti anche per un bambino.
È stata una festa all’insegna della serenità nonostante il lavoro, l’impegno, l’ansia, la preoccupazione che tutto potesse procedere al meglio.
È ora tempo di riconoscenza, è tempo di fraternità, tempo di costruire relazioni vere, solide, sincere.
Grazie a tutti perché insieme si possono raggiungere grandi traguardi. Grazie anche di fronte alle fatiche o alle inevitabili incomprensioni.
In attesa della 40ª Festa della Comunità nel prossimo anno è sincero il mio grazie. Vi ho seguito, nonostante la mia obbligata assenza. Vi ho pensato contenti di dare il vostro tempo, il vostro impegno a servizio degli altri.
È la festa che ci unisce proprio dando ciò che siamo.
È la festa di tutti noi.
Grazie!

don Raffaele


Festa della comunità 2018:
"Semplicemente insieme"
 LA LOCANDINA



IL RINGRAZIAMENTO DEL PARROCO

Semplicemente insieme 2018…due parole facili, che nel nostro linguaggio utilizziamo continuamente; due parole che non hanno bisogno di essere spiegate, perché tutti possono comprenderle.
Eppure, pur nella loro facile comprensione, racchiudono profondi e nobili significati.
Semplicemente: mi piace molto questa parola perché la semplicità racchiude in sé l’umiltà, la quotidianità, la purezza. Mi piace vedere le persone semplici, che parlano senza arroganza, senza orgoglio, senza superbia, che non ti mettono a disagio, che ti guardano senza sospetti e senza malizia.
La nostra festa, pur carica di tanto lavoro, impegno e responsabilità, è stata vissuta proprio con semplicità, con il sorriso che traspariva sul volto di chi ha lavorato con alacrità e con puntualità, semplicemente per servire e far contenti coloro che sono venuti tra noi.
Insieme: parola che non vuole avere a che fare con egoismo, individualismo, interesse personale. Lavorare insieme apre il cuore; aiuta a conoscersi meglio; invita tutti non ad essere protagonisti individuali, ma collaboratori perché solo “insieme si vince”!
Anche se in tanti, insieme abbiamo voluto dire a chi ci incontrava che solo così ci si sente comunità, nella quale il primeggiare è di nessuno, ma il servire insieme ci rende più credibili e più veri.
Grazie tantissimo! Siete stati meravigliosi! Una festa che, pur nella fatica, vi ha semplicemente uniti con gioia perché solo così si superano anche quelle inevitabili difficoltà che nascono stando insieme.
Mi avete “visto” poco in questi giorni e sapete il perché, ma vi ho “visto” con il cuore e vi ho sempre pensato sapendo che chi ama dona con gioia.
Semplicemente, grazie!


don Raffaele

Festa della comunità 2017:
"Che favola..."
 LA LOCANDINA

Il ringraziamento del Parroco

Anche quest’anno – non voglio esagerare – la nostra “Festa della Comunità” è stata davvero favolosa!
Non solo per la quantità delle persone che sono venute tra noi e delle occasione proposte ma per quanto, questi giorni straordinari, portano dentro, soprattutto la vostra preziosa e indispensabile presenza.
Non abbiamo favoleggiato o fantasticato… anzi, nonostante siano stati giorni di fatica, di lavoro, di pazienza, di generosità, vi ho sempre visti contenti, anche se in certe serate il vostro volto dimostrava stanchezza.
Ø E’ la gioia di sentirsi utili.
Ø E’ la gioia di collaborare. 
Ø E’ la gioia di fare comunità.
E’ quindi per me favoloso dirvi un grazie sincero.
Perché siete stati qui, perché avete cercato di costruire e non di dividere, di dare piuttosto che ricevere, di sorridere sempre a tutti.
Non stancatevi di essere così!
Tutti gli incontri e tutte le iniziative che avremo lungo il corso dell’anno siano dunque  una favolosa presenza ricca di serenità, di armonia e di vera fraternità.
Lo auguro con profonda ammirazione e commozione a tutti.
Solo così ci si vuole veramente bene.
Grazie!
don Raffaele

Festa della comunità 2016:
"Profumo di..."
 LA LOCANDINA



RINGRAZIAMENTO
UN PROFUMO DI AMMIRAZIONE E RICONOSCENZA!
Come non essere pieni di gioia quando per tanti giorni si è condiviso il profumo di una festa a servizio della Comunità?

Davvero anche l’occasione di quest’anno di trovarsi insieme, di vedere tanta gente, di lavorare per rendere le nostre serate motivo di incontro, di amicizia e di condivisione, riempie il cuore e ci fa crescere in unità!


Per una Comunità come la nostra, sempre attiva e sempre collaborativa, si espande spontaneo il profumo dell’ammirazione e della riconoscenza.

Ammirazione perché non si può non vedere e non assaporare il profumo dell’impegno e della serietà, della generosità e della fatica nel dare il proprio tempo e le proprie abilità, dai più giovani ai più esperti, da chi è presente per la prima volta a coloro che da anni si sentono responsabili e protagonisti.

Riconoscenza perché il grazie non viene dalla voce ma dal cuore. Un grazie che ci commuove, che ci carica di voglia di continuare giorno dopo giorno, per tutto l’anno attraverso la nostra presenza discreta, umile, a volte anche silenziosa ma necessaria, sincera, disponibile, perché la festa della Comunità siete voi, perché nella Comunità vi dovete sentire sempre parte attiva, perché dalla Comunità voi sappiate  diffondere ciò che ci unisce  superando limiti e difficoltà!

E’ semplicemente questo il desiderio che voglio lasciare a tutti indistintamente e grazie della vostra fiducia e del vostro entusiasmo: ne abbiamo molto bisogno! Alla prossima…!


don Raffaele





Festa della comunità 2015:
"Dritti al CUORE"


LA LOCANDINA

RINGRAZIAMENTO

Dentro di voi un cuore grande!
 “Il cuore parla all’uomo della sua capacità di amare e di essere amato”.
 “Vivere con cordialità è relazionare con sentimenti profondi che vengono dal cuore, nel rispetto, nella libertà, nella serenità”.
 
Sono due passaggi che abbiamo trovato scritti sul libretto della “Festa della Comunità” per puntare dritti al cuore. Una festa, quella del 2015, veramente da ricordare, da riportare al cuore per la varietà e la ricchezza di questi diciotto giorni ma soprattutto sapendo che – come il cuore che pulsa continuamente e che non si vede – queste giornate portano dentro tanta vostra passione, tante fatiche, tanti sguardi, gesti, parole che possono venire solo se il cuore è sereno, gioioso, disponibile e generoso. La nostra gente viene perché trova accoglienza, cordialità, sorrisi…Le famiglie sono state numerose perché qui si trovano bene, si siedono a tavola nel segno dell’amicizia e della fraternità…Le serate sono vissute con entusiasmo perché ogni cosa è fatta con passione e con dedizione…
… e questo - lo dico con sincerità e affetto – è proprio grazie a voi, a questo “esercito” di volontari, che ha saputo dare il meglio di sé, con il sorriso sul volto anche dentro l’ansia dell’incarico e la fatica del lavoro!
Anch’io vi ho sempre seguito con ammirazione e con trepidazione, anche se ci siamo visti poco sul vostro posto di lavoro, ma ogni giorno vi ho portato nel cuore soprattutto perché tra voi ci fosse sempre armonia, pazienza, rispetto, cristiana sopportazione: atteggiamenti unici e indispensabili per superare gelosie, invidie, sospetti e amarezze che, come ben sapete, anche queste vengono solo dal cuore.
 Il miracolo non è solo aver superato l’incidente della bambina caduta ma forse il prodigio grande è l’aver vissuto questi giorni sapendo di aver servito, ognuno nel suo ruolo e con i suoi talenti, la Comunità! Infatti “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, ci dice la Parola del Signore.
Vi chiedo – anche se possono esserci state velate difficoltà, incomprensioni o negligenze – di avere un cuore grande che sa andare al di là di ogni inconveniente; di avere un cuore che sa guardare in positivo, con amore; di far battere il cuore all’unisono per essere “un cuor solo e un’anima sola”.
 Nessuno pensi che sia semplicemente un grazie dovuto di un prete. È il grazie di una intera Comunità che merita fiducia e che vi ha dato tanta fiducia per continuare, al di là dei nostri limiti. Ricordare per continuare. E’ la tenerezza di Dio che in questi giorni si è servito di tutti noi per far sentire la bellezza del volerci bene. Crediamoci!
don Raffaele


Festa della comunità 2014
"COMUNITÀ: casa dell'armonia"

LA LOCANDINA



RINGRAZIAMENTO
Il termine di un’esperienza condivisa, così come lo è la nostra Festa della Comunità, richiama tre importanti atteggiamenti: la verifica, il ringraziamento, il saluto. Negli anni passati, in maniera ritengo giusta e doverosa, tanto abbiamo scritto sul grazie che vicendevolmente abbiamo a scambiarci, dopo 18 giorni di grande lavoro; ma quest’anno diventa pur fondamentale regalarci un riscontro sincero di quanto abbiamo vissuto. Perché questa necessità? Poiché all’inizio ci siamo posti un obiettivo ben preciso e dichiarato: impegnarci e collaborare perché la nostra Festa diventasse segno di una comunità, che si sente chiamata a formarsi “casa dell’armonia”.
Diversi di voi mi hanno fermato negli scorsi giorni per commentare questo proposito, non sempre esprimendo una costruttiva predisposizione a perseguirlo. Uno scetticismo, per certi versi anche comprensibile, che si riassume nello sconsolante motivo: “sono solo belle parole!”. Eppure non sono parole qualunque, parole insicure, parole per illusi o incerti speranzosi, ma sono verbo vivo e concreto, perché raccolgono nel loro senso il messaggio profondo e ancora attuale del Vangelo.

Siamo, infatti, chiamati a sentirci parte di un tutto, che il piccolo confine del nostro essere non riesce a contenere e in certi casi neppure a comprendere; è necessario prendere consapevolezza che non è il sentirsi isola sperduta che forma comunità e che neppure il servizio intriso di critiche, male lingue, competizione e sospetto ne possono rappresentare il bene. Mettiamoci a servizio, invece, ognuno con i propri carismi, anche quando essi sono visti da altri con dubbio. Diamo il meglio di noi, perché sia l’umiltà e la passione a costruire lo spazio, dove i nostri talenti possono esprimersi. Non ricerchiamo l’uniformità di questi carismi, perché è proprio dalla loro diversità che sboccia la perfezione dell’intero; e questa è ARMONIA. La varietà di questi doni è da rispettare, valorizzare e se necessario educare, perché essa non generi inclinazioni, che tradiscono gli obiettivi. Una comunità plasma il proprio splendore nell’equilibrio sottile di tanti stili e timbri e, con correzione reciproca, sensibilità e comprensione, nel non perdere il coraggio di continuare a sentirsi “Chiesa”.

E tu, Festa della Comunità, cosa credi di poter dire a riguardo? Puoi guardare negli occhi ciascuno di noi, uno ad uno, e chiederci conto di quanto abbiamo saputo essere, di quanto ci siamo prodigati, perché grazie al nostro piccolo io, risuonasse armonia. Si interroghi il cuore di chi è alla prima esperienza come quello di chi da anni vive la festa, il cuore di chi ha un compito umile e nascosto come quello di chi è chiamato a guidarci.

Lasciamo nella penna la poesia del ringraziamento o la dolcezza dei saluti, che in diversi modi gli anni scorsi sono state espresse. Il grazie unico e autentico va a coloro che ci hanno dimostrato, che nella semplicità dei gesti, nella sincerità delle parole, nella purezza degli intenti, si può ancora “servire”, secondo l’esperienza del Vangelo. Sarà anche un ringraziamento scarno e senza rime, che potrebbe far pensare che così facendo la grandezza della nostra Festa possa passare in sordina; ma, se chi legge ben comprende la necessità di quanto scritto, si renderà conto che la bellezza della nostra comunità risiede anche e soprattutto nella capacità di fermarsi, fare un esame di coscienza per migliorarsi, per crescere.

Grazie Festa della Comunità, che mai ci permetti di spegnerci, di perderci e che dai motivi nuovi per guardarci sempre un po’ di più nel profondo.

Ora, però, serve la volontà e il coraggio di guardarci.

Stefano Ravasio


Festa della comunità 2013
"Natura"

LA LOCANDINA


RINGRAZIAMENTO
Un flebile fiato di vento accarezza la corolla di una rosa rossa e ne separa i petali, poi sfiora una canna di bambù, un'altra e un’altra ancora, le fa vibrare, le fa incontrare. E’ il respiro invisibile della natura, a volte maestoso nel vigore che sprigiona, a volte fragile nella delicatezza che trasmette. La natura custodisce il mistero immenso della vita, il quale non è segreto, ma porta inciso da sempre la firma del suo Autore. Il soffio creatore di Dio scorre in ogni cosa, le dona vita e la fa crescere, la sostiene e le regala un senso.
La festa della comunità è stata un grande respiro, fatto di tanti piccoli respiri, giovani e adulti. La passione profonda che spinge a prendervi parte, le motivazioni nobili, la gioia che apre sorrisi e costruisce legami sono aria nuova, fresca, espirata a pieni polmoni. Ogni qualvolta che nel nostro esserci si è profuso impegno, dedizione e collaborazione, un’atmosfera calorosa, allegra e sincera è stata respirata dai molti presenti.
Quando il respiro si fa affannato, pesante e non riesce o non vuole stare a tempo con quelli vicini, si percepisce la difficoltà obiettiva di continuare, perché gli intenti si sono smarriti. Anche i fiati trattenuti, i respiri non fatti, per evitare di intervenire o per paura del cambiamento sono pericolosi e dolorosi per coloro che hanno veramente a cuore il significato dell’essere comunità.
E’ allora compito dei tanti respiri sani soccorrere queste difficoltà e mancanze, non solo sopperendo alle insufficienze, ma cercando di mettervi mano con coraggio, decisione, capacità di ascolto e mediazione.
Dai numerosi complimenti che abbiamo ricevuto, dall’affetto che ci è stato riservato, dai volti carichi di allegria e festa che abbiamo incrociato, si fa chiara l’idea di come il nostro affiatamento sia stato percepito e apprezzato. Ci scambiamo vicendevolmente un grazie, segno della consapevolezza di quanto abbiamo messo in gioco di noi stessi e della riconoscenza che ognuno di noi ha nei confronti dell’altro.
Dolcemente un colpo di vento abbraccia un petalo bianco di rosa e lo fa volare via, piano piano come se lo volesse cullare. Ora la natura cambia colori e forme. Ricordare la grandezza e la pace di questo unico grande respiro consola e rende nuovi i nostri piccoli respiri.
Sbattono al tramonto le ali di una farfalla.

Stefano R.


Festa della comunità 2012
"Atmosfera"

LA LOCADINA


IL TEMA

Abbiamo voluto realizzare l’allestimento della 32° edizione della Festa della Comunità di Villa d’Almè, anno 2012, con il tema atmosfera:

atmosfera di FESTA;

atmosfera di ACCOGLIENZA;

atmosfera di CONDIVISIONE.

Tre punti importanti per la buona riuscita di questa manifestazione. Da qui la scelta dei tre colori molto decisi, per dare più forza a questo intento.
Nero: forza ed eleganza (vorremmo fosse una festa grintosa ed elegante per i nostri ospiti).

Rosso: passione (nell’unirci e lavorare insieme per un unico scopo).

Bianco: compensazione (nell’essere compensati dal vedere le persone che ci vengono a far visita, soddisfatte e a loro agio).

Quindi, dal punto di vista artistico, sono tre colori contrastanti tra di loro, ma che ognuno mette in risalto l’altro, per ottenere un ottimo effetto armonico (un nuovo look sia nei colori che nella nuova disposizione).


RINGRAZIAMENTO

“Arazzi di cotone finissimo, bianchi e viola, stavano sospesi, mediante cordoni di bisso e di porpora, ad anelli d'argento e a colonne di marmo. C'erano divani d'oro e d'argento sopra un pavimento di porfido, di marmo bianco, di madreperla e di pietre nere.” (Ester 1,6)
Quando un colore dipinge frammenti di vita, questo testimonia come la sensibilità umana sappia trasformare la percezione dell’occhio in codice del cuore. Il colore non è più solo una sfumatura della natura, ma diventa linguaggio e sentimento. 
La luce della scorsa edizione s’incontra con il buio e genera il colore, colore che invita e ci chiama alla festa. Come ogni emozione regala un sentimento, così ogni colore intesse un’atmosfera: atmosfera di gioia e piacevolezza nella convivialità dello stare insieme.
Ogni tinta ha un sapore unico e ogni sfumatura comunica un piccolo messaggio. C’è il nero della fermezza nel mantenere i buoni propositi e le sincere intenzioni, della virtù che indirizza ad un impegno buono e senza secondi fini, dello zelo e della prodezza, che scaturiscono da cuori aperti al bisogno del fratello; il nero della delicata finezza e di uno squisito buon gusto. 
Fiorisce poi il bianco della soddisfazione, che nasce dal calore e dall’affetto delle molte persone che abbiamo incontrato, servito, ascoltato, o anche solo visto passare; il candido colore del ringraziamento rivolto a tutti i collaboratori, che hanno reso viva e accogliente l’atmosfera di serenità e allegria, che volevamo si respirasse. Riconosciamo pennellate pure e delicate nel lavoro consumato nel nascondimento, alimentato dalla generosità e dall’affetto, reso forte ed esemplare dalla speranza e dalla fede.
Vicino al bianco, il rosso della cura e dell’attenta dedizione al bene della comunità intera, il rosso del coinvolgimento quotidiano, che scorre nelle vene di questo volontariato, della convinzione che solo insieme, nell’ascolto reciproco, nella condivisione di idee e punti di vista, possono fruttare talenti e pensieri nuovi, anche fra certezze e prassi gelosamente preservate e mantenute. Il rosso del coraggio che spinge a mettersi in discussione per sempre migliorare e crescere, dell’impegno discreto e non del protagonismo, della sincerità e della trasparenza in ogni aspetto. Quel rosso buono e onesto che ci aiuterà a maturare e perfezionarci sempre di più, in un cammino difficile ma doveroso, contro l’aridità della consuetudine e lo smarrimento delle motivazioni.
Abbiamo cercato di valorizzare le nostre e le vostre serate in un clima, profumato di sorrisi, note e colore. Non sappiamo se siamo stati in grado di farlo fino in fondo, ma siamo convinti di averci messo il meglio di noi stessi. 
La tavolozza ora è da ripulire e i tubetti di colore da chiudere e conservare con cura. Serviranno ancora…sicuramente serviranno per ricreare la stessa occasione serena di festa. Tocca a tutti noi ricordarlo, soprattutto quando la stanchezza bussa alle porte del cuore; è compito di tutti dire e fare il bene della nostra comunità, perché sempre si possa essere immersi in un’atmosfera amica e fraterna.
Stefano R.



Festa della comunità 2011
"La luce"

LA LOCANDINA


RINGRAZIAMENTO
Il trascorrere del tempo è uno spettacolo di LUCE e buio, di bianco e nero, di giorni e notti.
Come vivremmo senza il perpetuo trascorrere delle ore e delle stagioni? Come cambierebbe la nostra esistenza se un giorno non sorgesse più il sole? Chissà! Eppure fino ad ora, al nostro risveglio il sole è pronto, là in alto, per il nuovo giorno che viene; si prepara a dare LUCE, a riscaldare, è sentinella della nuova rinascita.

Il fondale blu scuro della notte trascorsa è strappato da fili arancioni e rosa, che annunciano l’aurora. L’alba scandisce l’inizio dell’avventura.
Parecchi mesi prima dell’inizio della festa, già fervono i preparativi; tutto è da pensare, affinare, preparare. I lampadari ricavati da bottiglie di plastica colorate e non, le sfere realizzate con i bicchieri, il “monumento” al centro del cortile. Tutto ha richiesto impegno e dedizione, ancor prima che i cancelli si aprissero al pubblico. La luce dell’allestimento e del “dietro le quinte” come quelle di un’alba: carica di meraviglia, ma nascosta. La meraviglia del ritrovarsi, del pensare insieme a qualcosa di innovativo per poi dargli forma pian piano; il nascondimento di una preparazione, che per stupire, non può essere in bella mostra, come il bagliore del sol levante, ignorato dal sonno della gente, che con discrezione si fa spazio fra le stelle.

A passi lenti e calibrati il sole sale i gradini del cielo e si porta in alto, da dove osserva la bellezza del mondo, che apre gli occhi e riparte. Si carica di energia e irradia luce nell’ombra di palazzi, strade e cuori.
Come il sereno del cielo regala buonumore, così la voglia di fare e l’intraprendenza di circa 140 volontari è stata la luce positiva di questi 18 giorni. Un chiarore che si legge sui volti di chi sorride noncurante della stanchezza accumulata, sulle facce allegre di chi si complimenta per l’organizzazione. C’è la luce che nasce dal desiderio di spendersi per la comunità, da quel sacrificio, che chiede di chiudere un occhio su certe esigenze personali e familiari per immergersi interamente nel cuore del volontariato. Quella luce dell’anima che arde nella soddisfazione e che scava nel profondo dei legami. Il sole di mezzogiorno che illumina con forza anche dove l’ombra si insinua prepotente, che riscalda la solitudine e guarisce l’egoismo con la forza della solidarietà.

Le saracinesche si abbassano, i lampioni si accendono e ognuno ritorna da lontano per cenare con i propri cari. In una brezza fresca il sole si riposa e la luna fa il cambio di guardia.
Al tramonto di questi momenti di gioia e allegria sotto il sole d’agosto, arriva il momento del resoconto. Ripensando a tutte quelle persone che sono passate, si sono fermate e poi ripartite, come tante fiammelle accese, si prova un senso di profonda riconoscenza verso chi ha creduto nelle nostre capacità e verso coloro che, tutto questo, si sono impegnati a realizzare e vivificare. Mentre assistiamo all’imbrunire della sera, compaiono milioni di stelle che portano con sé la magia di un desiderio: quello di poter preservare nel tempo questa sentita passione, animati da quei sinceri propositi, che sono specchio di una comunità che spera e crede.
Nel salutarci, auguriamoci, fra le tante luci più o meno appariscenti, flebili o accecanti, durature o repentine, di saper sempre riconoscere la potenza di quella vera Luce, che fin qui ci ha accompagnati.


Stefano R.


Festa della comunità 2010 
"Venezia"


UN PROGETTO LUNGO 30 ANNI
Trent'anni.
In quest'occasione speciale, sentiamo il bisogno di sostare un momento e di rivolgere gli occhi indietro, verso un passato che ha segnato l'inizio ed il proseguimento di questo nostro "progetto". La comunità parrocchiale respira da sempre nei nostri  discorsi e nei nostri gesti, acquistando vigore ogniqualvolta che l'IO cede il passo al NOI; ma mai si può dire compiuta la sua missione, perché nel suo dna è racchiuso un cammino continuo di edificazione e fortificazione, che mai si potrà ritenere concluso.  

In quest'ottica, si pone pure la FESTA DELLA COMUNITÀ, che anche dopo trenta annate di successo e conferme, continua a rimanere un "progetto in divenire", che muta, si rinnova, migliora. In questo clima si alimenta il cuore del SERVIZIO, che chiede sempre novità e intraprendenza nel costruire sinceri attimi di condivisione.
Il variopinto mondo della nostra festa ha visto e riconosciuto i volti di tantissime persone, che gratuitamente hanno fatto fruttare i loro TALENTI, davanti agli occhi di tutti e, soprattutto, nei retroscena e nei preparativi. Diverse generazioni e caratteri tutti accumunati dal desiderio di FARE COMUNITÀ.


Tante cose sono cambiate dagli albori, ma ogni piccolo momento della nostra storia, ci ha permesso di arrivare fin qui. Non solo i momenti più allegri, ma anche le incomprensioni e l'obiettiva difficoltà nel far convergere sempre i pensieri più diversi in una linea d'azione comune, hanno infuso coraggio nel continuare a credere nel nostro "progetto".
La vita pastorale, educativa e sociale della nostra parrocchia ci dona gli strumenti per poter camminare insieme ed uniti; noi, di questo imprescindibile bagaglio di risorse, vogliamo fare tesoro, continuando a perseguire il sogno di una comunità che trova sempre la forza e la voglia di rinnovarsi e condividere. La FESTA DELLA COMUNITÀ vuole trovare questo spirito di fratellanza e di dono reciproco all'interno del clima di creatività, spensieratezza e gioia, che da sempre la caratterizza. L'esempio di chi negli anni ha creduto in questo evento, investendoci tempo e volontà, ci sprona, trent'anni dopo, a proseguire su questa scia: un unico e comune spirito di collaborazione e dedizione che ha regalato non poche soddisfazioni e gratificazioni.


Questo bilancio, fatto non di numeri o grafici, ma di ricordi ed emozioni, ci invita a ringraziare tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso negli anni la nostra festa: "festa DELLA COMUNITÀ; un grazie sincero a coloro che ci hanno sostenuto e supportato, ai numerosi sacerdoti che ci hanno guidato, a tutte le persone che sono passate fra i tavoli, i balli, le risate, fra la musica e l'allegria delle sere d'agosto trascorse in nostra compagnia.
Festeggiare la trentesima edizione significa rievocare tutte quelle che l'hanno preceduta. Far festa significa augurarci che, per molti anni ancora, tutto ciò possa continuare, nella speranza di ritrovarci ancora tutti insieme.


A fare da cornice a questi festeggiamenti sarà l'incantevole laguna veneziana. La gioia carnevalesca di Venezia, il colore e l'atmosfera che da secoli la contraddistinguono, ci accompagneranno in questi 18 giorni di festa. Vi aspettiamo numerosi, avvolti nella magia millenaria di questa terra, sospesa fra terra e mare, ponte fra occidente e oriente, nodo di scambio di culture e pensieri, affascinante crocevia di sogni e speranze.
S.R.


LA LOCANDINA
La locandina ha come protagonista indiscusso il campanile della nostra Chiesa parrocchiale che, grazie ad'un ardita prospettiva dal basso, campeggia al centro della laguna veneziana. La nostra torre campanaria è avvolta ai lati dalla Basilica di S. Marco e dalle procuratie ed è circondata, nella parte anteriore, da una gondola, guidata da un abile gondoliere in abito caratteristico. Fra il remo e il ferro di prua si eleva il ricordo del trentesimo anniversario, racchiuso in un cielo azzurro, che promette serenità e gioia alla comunità intera.



RINGRAZIAMENTO
UNA COMUNITA’ IN GONDOLA

Un po’ come quando a Venezia il celeberrimo carnevale termina, portando con sé la magia e il fascino che da sempre suscita, così anche la festa della comunità chiude con gioia le proprie porte.
La nostra piccola Venezia, ricostruita e riadattata con maestria, ha per 18 giorni incantato la gente, che numerosa ha voluto farci visita; palazzo ducale, la basilica di San Marco, il campanile della piazza hanno accolto e stupito chi, anche solo per una sera, ha voluto sentirsi parte di questo nostro grande progetto di COMUNITA’.

Nei particolari più semplici, che da sempre danno spessore all’evento, e nei volti di chi da moltissimi anni dona tempo e impegno, abbiamo rivissuto i nostri trent’anni di storia: partendo da coloro che hanno pensato e realizzato per la prima volta questa festa, arrivando sino a chi ha saputo proseguire e innovare la sua complessa organizzazione.

La realtà villese si è contraddistinta negli anni per l’intraprendenza, il coraggio e la volontà di impegnare il proprio tempo per il bene altrui. Anche oggigiorno fortunatamente la comunità crede ancora in questi obiettivi, cercando di ricostruirli con passione, caparbietà nel ripartire, unione, che sa vincere l’indifferenza e la divisione.
Obiettivi di vita collettiva che si riscoprono all’interno della festa della comunità, che, senza troppa presunzione, ritiene di aver perseguito anche in questa edizione appena conclusa.

Riconoscenza va alle migliaia di persone che, partecipando alle molteplici serate di musica e colore, hanno saputo testimoniare la volontà di sostenerci nella costruzione del nostro ambizioso progetto.
Il ringraziamento più profondo è rivolto a tutti coloro che dal primo istante hanno detto il proprio sì alla festa, nonostante il sacrificio e la fatica che l’esserci comporta; ma un grazie è da estendersi anche a quei collaboratori che il tempo ha preso con sé ed ha trasformato in fervidi ricordi del nostro passato e autentici modelli per il futuro.
Grazie anche a chi, per diversi motivi, non ha potuto dedicare il proprio tempo o a tutti coloro ai quali non riusciamo ad esprimere di persona la nostra gratitudine.

Come la Serenissima rimane ogni giorno dell’anno una terra affascinante e viva, ugualmente la nostra comunità parrocchiale, ricca di questa esperienza, riparte carica e determinata nel suo cammino perpetuo di testimonianza, edificazione ed educazione.

L’oratorio si spoglia di ogni ornamento e decorazione e la gondola, che troneggia al centro della scenografia, ci ospita e ci accompagna nel viaggio che la comunità intera deciderà di intraprendere da oggi.

S.R.


Festa della comunità 2009
"La fattoria"


LA LOCANDINA


ALBUM FOTOGRAFICO
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RINGRAZIAMENTO

Anche l’osteria e la trattoria hanno chiuso i loro battenti. Cavalli, mucche e oche ritornano nei loro recinti. Le foglie ingialliscono e si fa autunno. La nostra fattoria ritorna alla quotidianità, sveste i panni della festa e prosegue nel suo cammino di sempre.


La festa della comunità 2009 ha regalato a noi tutti sorrisi, soddisfazioni, carica, calore umano. Ogni suo attimo è stato vissuto in maniera piena, intensa, sincera in condivisione e autentico spirito di servizio.

F come FAMIGLIA: perché nonostante ognuno abbia le proprie idee e occhi per vedere il mondo, tutti ci siamo sentiti una grande famiglia, unita nel dare e nel ricevere.
E come ENTUSIASMO: nei ragazzi e nei giovani abbiamo letto intraprendenza, voglia di fare, respiro di novità che mai deve mancare in manifestazioni come la nostra festa.
S come STANCHEZZA: abbiamo accumulato tanta fatica, sudore, che nonostante tutto vengono ripagati con la moneta del cuore.
T come TOLLERANZA: attimi di tensione non hanno stemperato mai il vero clima di gioia che ci ha animati durante tutte le sere, perché abbiamo saputo perdonare una svista e capire un errore.
A come ALLEGRIA: il sorriso sulle labbra di ognuno, contagioso come una malattia
D come DONO: le ore passate insieme hanno donato molto agli altri, ma il tornaconto personale è sicuramente altrettanto forte e di grande impatto emotivo.
E come ESPERIENZA: negli adulti e nei veterani della festa scopriamo l’importanza degli anni, che passano e della saggezza che sanno infondere.
L come LAVORO: sempre, a volte anche troppo, ma mai inutile o non appagante.
L come LINFA: sono le occasioni come questa che rendono unita una comunità e le donano linfa vitale per crescere e farsi forza sempre.
A come AMICIZIA: i nostri volti si sono conosciuti, hanno approfondito legami, stretto nuovi rapporti: ora ci salutiamo tutti con un ciao.
C come COMUNITA’: quale termine migliore? Perché questo speciale momento di festa  è sia “ per la comunità” perché aperto a tutti grandi e piccoli senza distinzioni che “della comunità” perché nei retroscena dell’organizzazione pulsa l’intesa e l’unione di noi collaboratori.
O come OPPORTUNITA’: la festa regala un incredibile occasione di ritrovo in un clima di serenità e convivialità.
M come MALINCONIA: la fine di un’avventura lascia un po’ di nostalgia. Il corpo chiede riposo ma il cuore continuerebbe instancabile.
U come UTILITA’: perché non si può dimenticare, che la festa ci permette anche di raccogliere denaro a pro della nostra realtà parrocchiale.
N come NUMERO: 29 gli anni della festa, 100 noi collaboratori, 730 i posti a sedere e tanta gente, tanta, tanta.
I come INTESA: oramai basta una parola o uno sguardo per capirci.
T come TESTIMONIANZA: il nostro esserci ha testimoniato la gioia di un servizio gratuito offerto alla comunità e tutti coloro che ci hanno accordato la loro fiducia.
A come ATTESA: perché terminare quest’avventura significa già pensare a quella che sarà l’edizione dell’anno a venire, carichi di aspettative, curiosità e desideri.


Questo è solo un piccolo spaccato di quello che abbiamo vissuto; piccolo perché non riesce a parlare di ciò che ci ha lasciato dentro, delle emozioni forti che abbiamo vissuto. La speranza è di aver reso un buon servizio e di aver regalato momenti di gioia a coloro che, numerosi, ci hanno sostenuto.
Il grazie più grande va a noi, a noi che abbiamo lavorato dietro le quinte di questo grande evento. Un grazie umile e sincero che non ha bisogno di troppa retorica. Ognuno di noi si senta un’importante frammento di questo fantastico avvenimento che ci chiama ogni anno a metterci in gioco. Semplicemente grazie.
S.R.